Certamente tra le cause che tengono lontano i pazienti dalle cure odontoiatriche c’è anche la paura del dentista: l’odontofobia. Poi ci sono i pazienti che dal dentista ci vanno, nonostante la paura ma bisogna saperli gestire.
In questi giorni ha trovato spazio sui media generalisti la ricerca condotta dai centri per il benessere dentale Samadent che hanno avviato uno studio del fenomeno intervistando un campione di 1.282 pazienti chiedendo di indicare su una scala da 1 a 10 il livello di ansia provocato dall’idea di sottoporsi ad una visita odontoiatrica, se negli ultimi 5 anni avessero subito eventi negativi o sfavorevoli e se si definissero sensibili al dolore, indicando tale sensibilità sempre su una scala da 1 a 10.
Dall’indagine è emerso che il 50,4% degli intervistati ha un livello di ansia elevato nei confronti del dentista (da 5 a 10), percentuale che sale al 56,2% nei pazienti che dichiarano di aver affrontato situazioni negative negli ultimi 5 anni che li abbiano provati emotivamente. Il 68% circa dichiara di essere sensibile al dolore (da 5 a 10), una percentuale maggiore rispetto a quella di coloro che ammettono di aver paura del dentista e che, quindi, coinvolge anche una parte di coloro che
dichiarano di non soffrire di odontofobia.
Come si può aiutare il paziente se non a superare le paure almeno a gestirle?
“Per porre il paziente in condizioni di antistress ed in anestesia locale profonda, duratura ed efficace, è necessario che l’odontoiatra sappia applicare le tecniche di sedazione cosciente”, ha commentato il professor Gianni Manani, docente di Anestesia in Odontoiatria presso l’Università di Padova e ideatore della tecnica di sedazione cosciente in odontoiatria detta “Tecnica Manani”. “Queste tecniche provocano ansiolisi e ciò che conta maggiormente, uno stato di benessere e di piacevolezza massimali. Le tecniche di sedazione cosciente utilizzabili dai dentisti sono la sedazione cosciente inalatoria, endovenosa ed enterale. Fra le tre tecniche quella più utilizzata è la via inalatoria che ricorre percentuali variabili di protossido d’azoto, dotato di effetti analgesici i quali, in corrispondenza del massimo effetto tranquillante assicura una analgesia corrispondente a circa 10 mg di morfina. Tutte le tecniche di sedazione cosciente devono essere associate ad una anestesia profonda e duratura e non possono essere considerate sostitutivi dell’analgesia intra – o perioperatoria. Esse non rappresentano una controindicazione ma un obbligo da parte del dentista o, più correttamente, un dovere essendo diritto del paziente odontoiatrico di essere trattato in assenza totale di ansia e di paura e di completa anestesia.”
Da oltre Oceano arriva il consiglio di non addormentare il paziente, “in questo modo si addormenta fobico e si risveglia fobico” dice Michael Krochak, del Dental Phobia Treatment Center di New York al quotidiano Il Messaggero. Per l’esperto “la paura si impara, ma si può disimparare”.
Oltre a quello di educare il paziente alla non paura ci sono anche tanti piccoli accorgimenti che Krochak consiglia: “si va dall’aromaterapia che cancella i tipici odori del gabinetto dentistico alla riflessologia plantare che aiuta il paziente a rilassarsi, si possono usare occhiali virtuali per vedere uno show e anche tappi per le orecchie o musica che cancelli il rumore del trapano”. Ma è cruciale la parte psicologica ricorda il dott. Krochak. “Il rilassamento progressivo di ogni muscolo e l’immaginazione guidata, che il dentista fa con il paziente, spesso mano nella mano è importante”.
Dina Gordon ricercatrice del dipartimento di psicologia dell’Università di Philadelphia ha pubblicato sul Journal of anxiety disorders ( 2013 May;27(4):365-78) una revisione di 22 studi randomizzati di trattamento finalizzate a ridurre l’ansia dentale e l’elusione negli adulti. Consigliate
varie forme di terapia cognitivo-comportamentale (CBT), training di rilassamento, benzodiazepine premedicazione, musica, ipnosi, agopuntura, sedazione con protossido di azoto e l’uso di olio di profumo di lavanda.
Una buona comunicazione unitamente all’utilizzo di tecniche di ipnosi sono i consigli del dott. Armfield pubblicate su Australian dental journal (2013 Dec;58(4):390-407) per la gestione dei pazienti che presentano paure o ansie durante la seduta dal dentista che comunque sconsiglia trattamenti farmacologici.