Antiestetico, antigienico e dannoso: il tartaro è un nemico da non sottovalutare. Ecco alcuni pratici consigli per evitarne la formazione.
Curare la propria igiene orale, a volte, può risultare complicato: non sempre si ha a portata di mano lo spazzolino e, soprattutto, quando non ci si trova a casa, può accadere che non sia possibile lavarsi i denti dopo aver consumato un pasto.
È così che i residui di cibo, che restano per lungo tempo tra i denti, danno vita alla formazione della placca. Il tartaro, conosciuto anche con il nome di “calcolo”, non è altro che la mineralizzazione della placca batterica. Si tratta di un deposito calcificato costituito da sali minerali, saliva, placca e, appunto, frammenti di cibo, che può sedimentarsi sotto la gengiva o nelle tasche parodontali.
A occhio nudo, il tartaro si presenta come delle piccole incrostazioni attaccate al dente e il cui colore può oscillare dal giallo al marrone scuro. Una differenza cromatica che, il più delle volte, dipende dalle sostanze con cui il tartaro entra in contatto: il caffè ed il fumo, ad esempio, tendendo a macchiare i denti, rendono inevitabilmente anche il tartaro più scuro.
Cosa può provocare il deposito del tartaro?
Quando la placca attecchisce sui denti inizia rapidamente a calcificarsi. Per questo motivo è importante rimuoverla in meno di 24 ore, per evitare la formazione di tartaro.
Il tartaro è un nemico dei denti, ma non solo: anche le gengive e le tasche parodontali – alterazioni del solco gengivale che si distacca dal dente – possono essere coinvolte in processi infiammatori anche gravi.
I batteri, ad esempio, potrebbero dare avvio ad una gengivite che, se non curata, può trasformarsi anche in parodontite, un’infezione batterica che interessa il parodonto e che può portare anche alla perdita dei denti.
Come prevenire la formazione del tartaro?
Il tartaro, grande nemico della bocca, può essere contrastato seguendo alcuni semplici e pratici consigli. Eccone 4:
- Attenzione all’alimentazione
Cibi raffinati, zuccheri, grassi, ma anche un consumo eccessivo di caffè e sigarette, contribuiscono alla formazione del tartaro. Tuttavia, ci sono alimenti come frutta e verdura cruda che, grazie alle loro proprietà benefiche, agiscono naturalmente nella pulizia dei denti. Alcuni esempi? Carote e mele, ma anche il tè verde sono antibatterici naturali in grado di mantenere sana la bocca, preservando denti e gengive.
- Igiene orale approfondita
Eseguirla dopo ogni pasto è buona abitudine. Gli strumenti da utilizzare sono spazzolino (manuale o elettrico) e filo interdentale. In questo modo si previene la formazione della placca, rimuovendo eventuali pezzetti di cibo rimasti tra i denti.
- Bere acqua
Una giusta idratazione contribuisce al benessere dell’organismo e aiuta anche a pulire meglio i denti. Bere un paio di litri di acqua al giorno vi consentirà di mantenere una bocca sempre fresca e detersa.
- Affidarsi a uno specialista del sorriso
Il tartaro è un nemico da non sottovalutare. Oltre ad una regolare igiene orale, sottoporsi a frequenti visite di controllo presso il proprio dentista di fiducia, può fare la differenza. Lo specialista, durante la seduta, può osservare la situazione del cavo orale, avvalendosi di strumenti adatti ad amplificare la visione ad occhio nudo (occhialini ingranditori), capaci di fornire un quadro approfondito. In caso di necessità, il dentista interverrà eliminando i residui di placca difficili da rimuovere e tratterà con successo l’eventuale tartaro già formato, scongiurando così lo sviluppo di future infiammazioni gengivali.
- Ablazione del tartaro con ultrasuoni
Una soluzione valida per rimuovere il tartaro è quella di ricorrere ad un’ablazione con ultrasuoni.
Attenzione, però: questa tecnica non è efficace contro la placca.
Pertanto, se la seduta di igiene a cui vi sottoponete viene eseguita solo con gli ultrasuoni (ed ha quindi una durata compresa tra i 15 ed i 30 minuti, invece di 60 minuti) può essere utile a staccare il tartaro ma non farà nulla contro la placca.
Per un risultato completo e duraturo, poi, oltre all’ablazione è necessario anche un intervento manuale.
Lo specialista dovrà rimuovere completamene a mano il tartaro più nascosto e la placca, aiutandosi con strumenti specifici denominati scaler.
Infine, negli spazi tra i denti bisognerà intervenire sempre manualmente, dente per dente, con specifiche cartine abrasive per ottenere una efficace pulizia anche negli interstizi più nascosti.
L’importante intervento manuale si conclude con una lucidatura finale delle superfici dei denti: un trattamento fondamentale per ridurre la porosità della dentatura ed evitare la formazione di nuova placca.